La sofferenza: un insieme di conoscenze integrate e strutturate

 

 

 

 

 

 

 

Fig. 2: La complessità del disagio.


La salute è una scelta che sappiamo di non perseguire molto spesso. La pace non può essere autentica se mi chiude e non mi apre verso l’altro, l’assenza di relazione non è pace, la pace è un saper stare con gli altri, la pace è una via che mi avvicina a chi è adirato con me, la pace è shalom, integrazione. La sofferenza porta una povertà psicofisica, una sofferenza radicale perché lo spirito è carente, indigente, in stato di necessità. Occorre educare ad una visione antropologica nella quale beato è chi è indigente e riconosce l’indigenza come dimensione ontologica della sua natura. Un vivere senza bisogno di nessuno è autodistruzione, è povertà, povertà dell’io -uomo-  che ha bisogno di aiuto e consolazione, perché da solo muore.

 

Il modello Psicofitness: bio PVC

guida pratica per imparare a guarire!

 

L’esigenza di creare una guida pratica per imparare a guarire nasce dalla possibilità di rendere speculare il modello teorico del linguaggio e della sofferenza umana, mutuato dalla Relational Frame Theory. Secondo la T.F.R, la capacità degli esseri umani di creare relazioni arbitrarie tra i vari eventi sarebbe alla base di ogni comportamento verbale o cognitivo. Sappiamo anche che il linguaggio e la cognizione umana sono bidirezionali, arbitrari, legati a degli accadimenti e controllati da un contesto funzionale. Il modello di sofferenza umana mutuato dalla R.F.T. può essere riassunto mediante il concetto di inflessibilità psicologica in base al quale processo del pensiero e comportamenti correlati si fondono e regolano il comportamento in modo disfunzionale.

Numerosi studi di psicologia cognitiva mostrano la bidirezionalità della relazione tra emozione e cognizione: i processi cognitivi influenzano la generazione dello stato emotivo e questo, a sua volta, influenza i processi cognitivi e le valutazioni. In tal senso, la valutazione di perdita coinvolta nella generazione di umore depresso è influenzata, ricorrentemente, dallo stato depressivo stesso.

Negli anni futuri attraverso una rilettura sistematica dei processi emozionali che sottostanno le specifiche componenti funzionali della relazione terapeutica, lo Psicofitness troverà maggiore applicazione nella conduzione di modelli psicoterapici più complessi, a patto che si impari ad apprendere come le componenti dello Psicofitness siano un’opportunità epistemologica di umanizzazione di un intero modello.

Partendo dal presupposto che le terapie cognitivo-comportamentali di terza generazione tendono ad essere contestuali, esponenziali e soprattutto finalizzate a costruire i repertori comportamentali dell’individuo ed utili per gli stessi terapeuti (Hayes-2004), sembra doveroso lasciarsi interpellare dalla seguente riflessione: “chi o cosa impedisce all’essere umano di imparare a padroneggiare i processi emotivi, e dunque cognitivo-comportamentali, che potrebbero condurci alla costruzione di schemi emotivi che consentirebbero di imparare a perdonare e guarire?”

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